Sport e depressione una correlazione che è sempre esistita ma che si è intensificata nell’ultimo periodo, da quando il mondo è stato fermato dal coronavirus. L’isolamento non risparmia nessuno, soprattutto chi è abituato ad allenarsi e a stare in contatto con tanta gente (pensate agli sport di squadra). Sulla questione si è espresso anche il difensore della Nazionale Giorgio Chiellini.
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Sport e depressione: quasi un calciatore su cinque
La Fifpro e alcuni centri medici dell’Università di Amsterdam hanno condotto un sondaggio tra il 22 marzo e il 14 aprile rivolto ai giocatori delle zone maggiormente colpite dall’emergenza covid-19. Al sondaggio hanno partecipato 1.134 giocatori, con un’età media di 26 anni, e 468 giocatrici, con un’età media di 23. Il 22% delle donne e il 13% degli uomini ha riportato sintomi coerenti con una diagnosi di depressione; il 18% delle donne e il 16% degli uomini ha accusato invece ansia. Il numero è raddoppiato rispetto a prima, si parla di quasi un calciatore ogni cinque.
Il responsabile di Fifpro ha spiegato: “Improvvisamente i giovani atleti devono affrontare l’isolamento sociale, una sospensione della loro vita lavorativa che pone dubbi sul loro futuro. Alcuni potrebbero non essere ben equipaggiati per affrontare questi cambiamenti”. Il capitano della Juventus Giorgio Chiellini ha aggiunto: “È molto importante che i giocatori di calcio, come le famiglie e le altre comunità, si prendano cura di loro in questo momento difficile, restando in contatto via telefono o con video-chiamate. Resta in contatto con i tuoi compagni di squadra, soprattutto se pensi che possano essere depressi o ansiosi. Manteniamo forte lo spirito di squadra anche quando non c’è il calcio”.
Immaginate il punto di vista degli atleti. – ha dichiarato Di Canio a Sky Sport 24 – Il 52% di questi ultimi, soprattutto in Francia, stanno dando segni di depressione perché abituati ad altri ritmi. Il loro solito pensiero è ‘vado al campo a sfogarmi, sono un protagonista sociale non solo per me stesso ma soprattutto per i tifosi, conto qualcosa’”.
Sport e depressione, Di Canio: “Riprendere subito a giocare”
Anche l’ex attaccante di Lazio e West Ham, Paolo Di Canio si è espresso sulla vicenda “Il 52% degli atleti soprattutto in Francia, stanno dando segni di depressione perché abituati ad altri ritmi. Il loro solito pensiero è ‘vado al campo a sfogarmi, sono un protagonista sociale non solo per me stesso ma soprattutto per i tifosi per cui conto qualcosa. Ora invece stanno chiusi, quasi non se li fila nessuno e questo pesa molto sulle menti. Il futuro appare incerto, perciò secondo me andare in ritiro ora sarebbe la cosa più bella per i calciatori, perché tornano ad essere protagonisti e socializzano con le dovute distanze dai propri compagni”.
Sul taglio degli stipendi, l’ex attaccante ha precisato su Sky: “Essendo un privilegiato come calciatore avrei accettato e avrei preso in mano la situazione nel far capire di dover fare qualcosa per dare un segnale. Avrei aspettato comunque le direttive del mio club magari facendo da tramite, come Chiellini alla Juventus. In Inghilterra si era deciso per il 30% per i club, alla fine niente da fare, ma si è creato comunque un fondo per la ricerca sanitaria”.