Mads Timm, ex Red Devils, racconta CR7. Il danese non si è distinto particolarmente nel mondo del calcio, ma può dire di essersi allenato e aver giocato per tre anni con il Manchester United e con Cristiano Ronaldo. Mentre Mads si è ritirato nel 2009, quando non aveva ancora 25 anni, per via degli infortuni e della mancanza di motivazioni, il portoghese non si è mai fermato diventando uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Ronaldo è ossessionato dal successo. Un’ossessione che, secondo il danese, deriva dai problemi riscontrati da CR7 al suo arrivo a Manchester. Il portoghese infatti è stato bullizzato dai compagni di squadra, ma questo lo ha solo reso più forte aiutandolo a diventare il giocatore che è oggi.
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L’ex Red Devils Timm racconta CR7: “Bullizzato per i capelli, ma ha combattuto subito”
Timm ricorda il campione portoghese nel suo libro ‘Red Devil’ e spiega come all’inizio Ronaldo sia stato vittima di bullismo per la sua acconciatura e il modo di giocare: “Era davvero straordinario come calciatore e come persona. Come me, è stato vittima di bullismo quando è arrivato al club. Per i suoi capelli, che ha presto tagliato, e per il suo tentativo quasi acrobatico di impressionare gli allenatori. Poteva stare in piedi e fare 10-15 passi avanti prima di provare a dribblare l’avversario. ‘Passa ora, passa e basta, dannazione’ gli gridavano costantemente Gary Neville e Ole Gunnar Solskjaer quando avevamo le partite della squadra di riserva insieme”.
CR7 però non dava peso alle parole dei compagni, lottava contro la gerarchia e pensava a migliorare sempre di più: “La cosa speciale di Cristiano Ronaldo è che ha subito lottato contro la gerarchia. E ha vinto. Era completamente indifferente al resto dei suoi compagni di squadra. Non dava spazio agli altri. Era io, io, io. Cristiano Ronaldo. CR7“. Mentre Timm pian piano si allontanava dal mondo del calcio, Ronaldo vinceva invece un trofeo dietro l’altro, oltre ai 5 Palloni d’Oro. Ma l’ex giocatore non pensa che il portoghese sia il miglior calciatore con abbia mai giocato: “Non è il miglior giocatore con cui abbia giocato, ma è la persona più concentrata che abbia mai incontrato. Mentalmente mi ha ricordato me stesso all’età di 12 anni, e lo fa ancora. Penso che sia per questo che è sopravvissuto nel mondo del calcio professionistico”.