Quasi vent’anni dopo, Taribo West torna sul Milan, svelando fatti finora inediti sul suo addio. Il difensore nigeriano, che aveva ben figurato nelle file dell’Inter, nell’estate del 1999 si trasferì dall’altra parte di Milano. In rossonero non giocò quasi mai. Alberto Zaccheroni gli concesse il campo solo in 4 occasioni, poi dopo un anno negativo si trasferì in Premier League. Ma, a sua detta, il suo fallimento in rossonero non fu causato da scelte tattiche, piuttosto dalla mafia.
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TARIBO WEST CHOC SUL MILAN
Messosi in luce fin da giovanissimo nel campionato nigeriano, ebbe subito offerte dai migliori club della nazione. Tuttavia, la sua ambizione era quella di vincere in Europa. Ecco quindi che ad appena 19 anni scelse di trasferirsi all’Auxerre, dove dopo una prima stagione in naftalina, esplose diventando uno dei migliori difensori della Ligue 1. Lo prese l’Inter, dove disputò stagioni altalenanti. Ma dai tifosi nerazzurri viene ricordato soprattutto per aver lanciato la maglietta in faccia a Lucescu in seguito a una sua sostituzione contro il Vicenza. Con l’avvento di Marcello Lippi sulla panchina dell’Inter, non fu mai amore ed è celebre la sua frase al tecnico toscano “Dio mi ha detto che oggi devo giocare”, che gli rispose ironicamente: “Strano, a me non ha detto niente”.
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TARIBO WEST CACCIATO DALLA MAFIA
Ecco quindi il suo passaggio al Milan nel 1999 che ci porta ai fatti raccontati da Taribo oggi. “La mafia ha fatto tutto ciò che era in suo potere per assicurarsi che me ne andassi via dal Milan – ha rivelato l’ex giocatore a Score Nigeria -. Sulla stampa hanno scritto una storia falsa dicendo che ero infortunato, nel disperato tentativo di mandarmi via da Milano. I dottori sono stati corrotti per dire che ero infortunato, ma non era affatto vero. Lo hanno fatto perché ritenevano impensabile che un giocatore africano potesse prendere il posto di uno dei tre difensori che già c’erano (Chamot, Maldini e Costacurta, ndr)”.
Dopo la nefasta esperienza rossonera, Taribo fu contattato dal Liverpool. Tuttavia l’affare saltò all’ultimo e fu costretto ad accettare il Derby County pur di lasciare l’Italia. Dopo aver girovagato il mondo, senza però riuscire mai più a giocare ad alti livelli, appesi gli scarpini al chiodo si è dedicato alla vita religiosa diventando un pastore pentecostale.
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