Leonardo Bonucci è stato intervistato da Sport Mediaset e il difensore ha parlato di quanto avvenuto con la Juventus, raccontando la sua versione dei fatti e sbugiardando la società bianconera.
Bonucci racconta la sua versione
Dopo il suo passaggio all'Union Berlino e l'ufficilità dell'inizio della battaglia legale con la Juventus, Leonardo Bonucci ha anche raccontanto la sua versione dei fatti. Lo ha fatto in un'intervista a Sport Mediaset in cui attacca duramente la Juventus e Allegri. Da Berlino, il difensore ha detto: "Ho letto e sentito cose non vere dette dalla Juventus e dall'allenatore. È falso che a ottobre mi era stata comunicata la volontà di interrompere il rapporto alla fine della stagione. Anzi, mi era stata la possibilità di continuare con un rinnovo: siamo andati avanti insieme perché la società aveva capito l'importanza di avermi all'interno dello spogliatoio. Poi ho sentito le parole dell'allenatore secondo cui il concetto dell'addio a fine stagione sarebbe stato ribadito da lui stesso e dalla società a febbraio. Anche questo non è vero: l'allenatore mi ha convocato solo a fine marzo nel suo ufficio, prima della partita col Friburgo di Europa League, per dirmi che sarebbe stato il caso di anticipare- a suo modo di vedere- il mio percorso da allenatore lasciando il calcio giocato. Gli ho detto che rispettavo la sua opinione, ma che fino all'Europeo 2024 non volevo smettere". A fine maggio Bonucci aveva dato la sua disponibilità a fare da comprimario: "In difesa sarei partito dietro Gatti, Bremer, Danilo e un giovane della Next Gen, a fare la chioccia."
Gli attacchi alla società
L'intervista poi continua con il difensore che racconta come è venuto a sapere della posizione della società: "Da quell'incontro non ho più saputo nulla. Ho annusato qualcosa solo leggendolo sui giornali, fino a quando il 13 luglio Giuntoli e Manna mi hanno comunicato, venendo a casa mia, che non avrei più fatto parte della rosa della Juventus e che la mia presenza in campo avrebbe ostacolato la crescita della squadra. Questa è stata l'umiliazione che ho subito dopo 500 e passa partite in bianconero. Ho apprezzato la solidarietà di tanti giocatori, anche attuali, della Juve e di altre società. Tutti mi hanno manifestato la loro vicinanza per il comportamento irrispettoso della società".
La causa alla Juventus
"Dal fuori rosa si arriva alla causa- spiega il difensore- perché i miei diritti prevedevano che mi sarei dovuto allenare con la squadra a prescindere della scelta tecnica e messo in condizione di potere affrontare fisicamente e atleticamente la stagione successiva. Questo non mi è stato concesso, non ho più fatto allenamenti con la squadra. Mi sono sentito svuotato di tutto, umiliato, non potevo fare quello che amo di più. Non è una questione di soldi- tiene a precisare Bonucci- se dovessi vincere la causa, devolverò tutto in beneficenza. E in più voglio che la mia situazione sia per l'AIC (il sindacato calciatori), di cui sono consigliere, un nodo cruciale perché ogni anno persone, giocatori, uomini, professionisti che hanno meno forza della mia si trovano in queste situazioni e alla fine compromessi pur di continuare a giocare".
L'attacco frontale ad Allegri
Poi Bonucci punta il dito su Allegri, artefice del suo addio nell'estate del 2017 e in questa: "È la seconda volta che mi trovo costretto a lasciare la Juventus, in entrambi i casi per la presa di posizione di un singolo, che non sono io... Quello che è sotto gli occhi di tutti è che non ho mai avuto un rapporto come avrei voluto con l'allenatore. Non solo per colpa mia perché ho il mio carattere e molto spesso ho preso posizioni per il bene della squadra e dei compagni. Si è così creato un corto circuito che non mi ha permesso di chiudere la carriera come avrei voluto. Mi ha fatto sorridere Pirlo, che mi ha detto che magari potrebbe succedere come a lui: continuare a vincere da un'altra parte dopo che ti danno per finito - continua Bonucci- ho sentito anche Chiellini, con cui ho un rapporto fraterno e pure Buffon che voleva sentire la mia verità, diversa da quella scritta dai giornali". Chiosa finale con la promessa un giorno di tornare da allenatore.
Un'intervista che rimarca anche le parole della moglie e che va decisamente contro la versione della Juventus. Sarà comunque una vicenda che troverà pace solo in tribunale, ma da cui società e giocatore ne usciranno comunque danneggiati.