Se il Pisa di Pippo Inzaghi è l'unica squadra al momento a tenere la scia dello schiacciasassi Sassuolo nella Serie BKT il merito è anche di Matteo Tramoni, attaccante nativo della Corsica classe 2000. Per il 25enne di Ajaccio un dicembre perfetto con 3 reti messe a segno, tra cui la doppietta proprio alla capolista. Prestazioni che a livello personale gli sono valse il premio di Mvp della Serie BKT per il mese di dicembre.
Il premio. ideato dal title sponsor del campionato BKT e riconosciuto ufficialmente dalla Lega B, viene assegnato da una giuria di esperti giornalisti di cui il team di Chiamarsi Bomber ha il piacere di far parte.
Tramoni ha risposto ad alcune nostre domande.
Per te è stato un mese importante, con 3 gol e un contributo fondamentale per la squadra: qual è il tuo personalissimo obiettivo stagionale?
"Dicembre è stato importante sia per me che per la squadra, perché questo mese ci ha permesso di prendere un po' di vantaggio sulle altre squadre. Siamo molto contenti di questo. Adesso come obiettivo personale vorrei cercare di fare una seconda parte di stagione migliore della prima"
La vittoria contro il Sassuolo è stata fondamentale per il Pisa e vi ha permesso di accorciare le distanze: pensate di poter agganciare e superare la squadra di Grosso? L'obiettivo è la qualificazione diretta in Serie A?
"Puntare al Sassuolo è difficile, loro hanno una squadra fortissima. Pensiamo a noi stessi, continuando a fare ciò che abbiamo fatto fino ad ora. Guardando la classifica certo, puntiamo alla promozione diretta in Serie A, però dobbiamo fare meglio. Se non riusciremo in questo ci prenderemo i playoff e proveremo da lì".
L'anno scorso siete finiti a metà classifica dopo un campionato per certi versi deludente: cos'è cambiato in questa stagione? C'è stato uno step di crescita anche mentale?
"Quando ci siamo ritrovati in ritiro questa estate sapevamo di aver sbagliato l'anno scorso, non è stata una stagione da noi. Eravamo consapevoli di questo. Il mister appena arrivato ci ha subito detto che avevamo le qualità per fare molto meglio, ci ha dato fiducia e questo si vede quando entriamo in campo".
Cosa significa per un attaccante come te avere un allenatore come Pippo Inzaghi?
"Avere uno come il mister per un attaccante è molto importante, si impara tanto da lui, ti dà tanti consigli. In campo poi si cerca di seguire al meglio questi consigli, se uno riesce a fare ciò che dice c'è la possibilità di fare tanti gol come lui. Un trucco che ci ha consigliato? Due settimane fa mio fratello mi ha detto che avevo fatto gol perché aveva seguito le parole del mister, ossia di attaccare certe zone su un cross. Ha pensato subito a lui".
Parlando di allenatori, oltre ad Inzaghi chi reputi sia stato il più importante nella tua crescita personale?
"Da quando sono arrivato in Italia direi un po' tutti direi, perché ho sempre cercato di imparare qualcosa di diverso da ogni allenatore sia a livello tattico che mentale. Poi certo, quello che mi ha fatto dare il meglio di me è proprio mister Inzaghi".
Quanto è significativa per voi la presenza di un giocatore come Antonio Caracciolo in campo?
"Antonio sia per lo spogliatoio che per il campo è importantissimo. È una grande persona e anche un gran difensore. Io personalmente, ma credo tutta la squadra, siamo molto contenti di avere uno come lui. Soprattutto vedendo la stagione che sta facendo dopo l'infortunio...".
Sei arrivato al Cagliari molto giovane, ma in pratica hai dovuto solo attraversare il mare... la Corsica è davvero così diversa dalla Sardegna?
"Sono abbastanza simili sia a livello di natura che di persone. I sardi e i corsi sono molto attaccati alla propria isola e per me, tranne che per la lingua, non c'è una grande differenza tra le due".
Il tuo passato sportivo è stato scandito dalle arti marziali. Se non fosse arrivato il calcio nella tua vita, pensi che saresti potuto arrivare ad alti livelli in quello sport?
"No, non penso proprio (ride ndr). Ho fatto qualche corso quando avevo 5 anni ma non mi piaceva più di tanto e sono subito passato al calcio. Direi proprio di no".
1 aprile 2024, ricordi quella data? La tua rinascita calcistica è partita da lì?
"Certo, il mio ritorno in campo contro il Palermo dopo l'infortunio. Stavamo perdendo 3-2, entro in campo faccio doppietta e vinciamo 4-3, un bellissimo ricordo. Quando stai fermo così tanto cresci a livello mentale, ho guardato tante partite pensando ogni volta a cosa avrei fatto in certe situazioni. Dal mio ritorno in campo il mio gioco è un po' cambiato, ho imparato tante cose stando fermo".
Qualche mese fa hai chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana: c'è il sogno della convocazione in Nazionale da Spalletti?
"Per me sarebbe un onore rappresentare l'Italia. Quando ho saputo che potevo ottenere la cittadinanza l'ho fatto subito".
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